Eurolambretta 2024 – Francia
Eurolambretta 2024 – Francia

Eurolambretta 2024 – Francia

Grande raduno a Magny-Cours per gli amanti della Lambretta!

Dal 14 al 16 giugno 2024, il Lambretta Club di Francia ha organizzato l’annuale Eurolambretta all’interno dell’Agropôle di Marault, adiacente al circuito automobilistico di Magny-Cours. Per quanto mi riguarda, è il mio primo Eurolambretta e l’iscrizione era già stata effettuata a febbraio, con tanto di prenotazione del glamping, ovvero la tenda premontata sul posto che, in effetti, costituisce una bella comodità.

Il mio viaggio è iniziato da Parma martedì 11 giugno. Il bagaglio era abbastanza essenziale, ma per paranoia mi sono portato anche parecchi attrezzi e pezzi di ricambio in una borsa posta sul portapacchi anteriore che, allerta spoiler, fortunatamente si son fatti una bella gita senza servirmi.

Il mio viaggio all’Isola di Wight nel 2021 da un lato mi infondeva abbastanza sicurezza, ma è anche vero che l’inconveniente che ebbi all’alberino dell’avviamento a pedale e la gufata su Facebook dell’amico Dario Vigo, mi hanno spinto a caricare tutto ciò che avevo, in una sorta di copertina di Linus sotto forma di una borsa rossa pesantissima.

Ma ecco cosa scrivo del primo giorno di viaggio:

IL FOTOGRAFO
Parma – Carmagnola – Bagnolo Piemonte (295 km)
Questo è il primo giorno del mio avvicinamento a Nevers, sede dell’ Euro Lambretta Jamboree. Sono partito fiducioso nel meteo ma quest’ultimo mi ha subito ricordato chi ha il coltello dalla parte del manico, infatti dopo soli 5 minuti di tangenziale, neanche uscito da Parma, arriva un fitto scroscio d’acqua a battezzare il mio viaggio. Per fortuna smette subito e per tutta la giornata non avrò sorprese bagnate. Il programma prevede Piacenza, Alessandria e Asti. Il viaggio è abbastanza noioso e ogni tanto scorgo accanto a me l’autostrada. L’autostrada è un po’ come il furgone. Dopo che l’hai usata una volta vorresti usarla sempre, come fosse una sorta di fast forward del videoregistratore. Mi sento stanco e mi duole la schiena. Forse sto invecchiando o forse, mi illudo, è il fatto che lavoro tutti i giorni nella casa nuova. Sarà la seconda che ho detto, dai!
Comunque arrivo finalmente a Carmagnola e per la prima volta vedo il bellissimo negozio di fotografia di Nicola ed Emanuela, mi rilasso un po’ e mi distraggo guardandoli scherzare coi clienti. Mi sento un po’ a casa e questa pausa mi ritempra. Oppure dovevo solo fare pipí, chi può dirlo? Nicola è molto orgoglioso del Ciabòt, un vecchio orto che assieme ad Emanuela e agli amici, ha trasformato nel suo angolo di paradiso, quindi non può mancare di mostrarmelo. Devo dire che glielo invidio e capisco la sua soddisfazione. 
Dopo il Ciabòt, Nicola si prende la piccola evasione di scortarmi verso Bagnolo per una ventina di km a cavallo della sua nuova vespona Sprint Veloce.. Un vero gioiellino
Infine eccomi a Bagnolo, a casa del mio più caro collega, con cui ho vissuto 5 anni di lavoro e di casa. Un’ottima cena in famiglia con Simona e finalmente conosco anche Carletto, un vero vitellino spacca schiene
Domani, altri 300 km.
Alla via così, Geordi!

Naturalmente Nicola non fa mai mancare il suo bellissimo contributo visivo.

Mercoledì 12 finalmente il viaggio, paesaggisticamente parlando, inizia a farsi interessante e da Pinerolo si inizia a salire in montagna!

LA MARMOTTA
Bagnolo Piemonte – Pont-de-Chéruy (295 km)

Stamattina saluto un Carletto assonnato e mi avvio in direzione Pinerolo per poi prendere la strada per Sestriere costeggiando il torrente Chisone. Dalle parti di Pragelato vedo un piccolo bar con alimentari ed edicola, così mi fermo per farmi fare un panino, con l’intenzione di mangiarlo più avanti, in territorio francese. Mentre pago, sento in strada il classico rumore di motori 2 tempi, ma non faccio in tempo ad affacciarmi. Mi rimetto quindi in strada e poco più avanti ecco che trovo Luca Gianaroli assieme a Riccardo e Giovanni. Naturalmente proseguiamo assieme verso Claviere e poco prima, sulla sede stradale scorgiamo un affare peloso, grassoccio e accovacciato. Sicuramente non è una nutria, penso.. Comunque sia, l’affare peloso osserva con deferenza il passaggio di Luca e poi, incurante del sottoscritto, decide fulmineamente di attraversare. Sta faccia da marmotta rischia di farmi cadere rovinosamente a terra, se non fosse che per l’ennesima volta il freno a disco si ripaga della spesa per acquistarlo. Qui naturalmente ci sta il ringraziamento a San Maurizio protomartire, che anche se non c’entra nulla, fa comunque fine e non impegna. A Monginevro ci fermiamo a pranzo in una brasserie che mi fa mettere da parte il panino per tempi peggiori. Percorriamo assieme circa 100 km poi ci separiamo. Loro hanno percorso molta più strada di me oggi e giustamente vogliono fermarsi a Grenoble. Io invece mi sento ancora fresco e proseguo verso Lione. Adoro guidare quando si avvicina la sera, quindi sopporto bene il vento forte, spesso contrario alla mia marcia, che in aggiunta alle ripide salite di questa strada tra colline e valli, fa decisamente arrancare il mio spompo gruppo termico.
Devio da Lione verso l’aperta campagna, dove ho trovato un buon alloggio.
Domani mi aspettano altri 300 km fino a Nevers!

Riccardo è totalmente impreparato per il viaggio. Indossa un paio di pantaloni corti e una giacchetta traforata che ha il solo scopo di reggere spalline e gomitiere. Inutile dire che in alta montagna, nonostante il suo minimizzare, sarà costretto a chiedere in prestito la tuta impermeabile di Luca. Capiamo le sue intenzioni quando lo notiamo guardare lussurioso una montagnola di velli di pecora in esposizione dentro un negozio sul Col du Lautaret, dal costo decisamente proibitivo.

Giovedì 13 si inizia ad intravedere la meta…

ESISTE LA GIORNATA DI VIAGGIO PERFETTA?
Pont-de-Chéruy – Nevers (260 km)

Stamattina apro la porta della mia stanza e trovo una stupenda border collie grigia, con gli occhi azzurri, a farmi la posta. È una super coccolona, l’ho conosciuta ieri sera perché la padrona del B&B fa anche la dog sitter. La coccolona è in coppia con un altro collie nero e bianco, che la segue ma è più schivo. Bevo un the con la padrona di casa e parliamo di politica, tanto che parto alle 9 passate. La signora non ama né Bardella né la Le Pen, ma mi sento di rassicurarla, che tanto quando vanno al governo si chietano tutti.
Dopo qualche decina di km trovo una boulangerie, dove acquisto un pan au chocolat per l’immediato e un mega panozzo al tonno per pranzo. Sono solo, quindi quando voglio, ma comunque sempre meno di quanto dovrei, mi fermo a fare qualche foto. Usare il cellulare come navigatore è una rottura di scatole, perché ogni volta lo devi togliere dalla sua scatola supporto, se vuoi fare una foto. Quando salto uno scorcio interessante, mi consolo pensando che l’importante è che sia impresso nella mia memoria. Che pia illusione! Non mi ricordo nemmeno cosa ho mangiato per cena io.. Comunque, il sole splende, il verde è intenso, la temperatura è fresca, i saliscendi sono morbidi, le curve dolci, la natura rigogliosa, i fiumi colmi d’acqua, i laghetti attorniati da persone sui prati, i prati ben tagliati, l’asfalto liscio e ben manutenuto, le nuvole alte in cielo a creare quella profondità prospettica come in un videogioco 16bit degli anni 90. Ah, dimenticavo, e la lambretta arranca ma non molla. Tutto davvero bello. Non so se esiste la giornata di viaggio perfetta, ma quella di oggi si avvicina all’obiettivo. A mezzogiorno mi fermo in una di quelle piazzole con le panchine. Dopo il panino al tonno, perché non sdraiarmi sulla panchina, mi dico. Tanto non devo rendere conto a nessuno.. E via di pennica! Ci metto pure la diapositiva del cielo sopra la mia testa, la trovate nelle immagini allegate. Dopo un’oretta riparto coi saliscendi e ad una sessantina di km dall’arrivo percorro un tratto di strada seguito dal furgone dei ragazzi di SIP Scootershop.
Ora sto occupando la mia tenda teepee, spero di non dover usare i tappi per le orecchie..

Parlando con la signora del B&B respiravo davvero un clima di cambio di Governo in Francia, mentre ora che scrivo sappiamo che non è andata proprio così. Immagino che sarà sollevata.

Gli ultimi 100 km sono abbastanza lunghi. Chissà perchè non mi sembra di arrivare mai e sono pure a corto di gasolio. O almeno credo, perchè col serbatoio maggiorato riesco sempre ad andare oltre le mie previsioni ed inoltre la benzina 98 ottano che si trova in ogni distributore, mi garantisce sempre un paio di km abbondanti in più per ogni litro. Comunque sia arrivo pochissimo dopo Luca e compagnia, tanto che li vedo discutere presso il banchetto degli accrediti. Tanto per cambiare Riccardo non risulta in lista e Luca sta cercando di metterci una pezza.

La tenda teepee è spartana ma dignitosa. Dividendo le spese sarebbe anche economica. Non mi sono impegnato particolarmente a cercare coinquilini, così c’è spazio più che abbondante per tenerci dentro anche la Lambretta, per ripararla dalla pioggia che in nottata sentirò ovviamente arrivare sin dalle prime gocce. Adiacente al prato scorre una strada secondaria e purtroppo ogni veicolo di passaggio mi sveglia. Il vero problema sono le docce ed i bagni decisamente distanti. Sulle toilette poi ci sarebbe da parlarne molto, ma restiamo su discorsi più alti.

Venerdì 14 il prato libero davanti ai teepee inizia a popolarsi delle tende dei lambrettisti, prevalentemente inglesi, che stanno arrivando. Vi anticipo che il giorno successivo si faraà fatica a trovare un corridoio per passare. Il cielo plumbeo ogni tanto scarica un po’ di acqua, spesso in maniera fitta e fine, quella che bagna di più. La giornata scorre lenta, bighellonando qua e là, fotografando le Lambretta che mi colpiscono di più. C’è anche qualche LUI. Domani le previsioni meteo danno un miglioramento, ma intanto la mia Lambretta rimane dentro la tenda, all’asciutto! Nel frattempo alcune persone mettono mano ai guai dei propri mezzi. Sotto un gazebo a copertura due meccanici risolvono i problemi più gravi.

Sabato 15 il tempo migliora un po’, anche se il meteo rimane incerto.

Oggi estraggo la Lambretta dalla tenda e dopo la solita ricca colazione compresa nel raduno, alle 11 partecipo all’uscita a Nevers, bella cittadina a pochi km. Appena arrivati mi si avvicina l’amico Jean-charles Caradonna e, tra una foto e l’altra finisco per presentargli Guglielmo Guidi. Guglielmo fu un fraterno amico di Cesare Battaglini per cui, con un giornalista curioso come Jean-Charles, finiamo ben presto a parlare di Cesare coi piedi sotto il tavolo di una brasserie, gustando la crêpe bretone accompagnata dal tipico sidro, versato in una scodella. Con noi ci sono Michel Mahmoudi, ex presidente del Lambretta club Francia e Oliver Juge. Mentre Michel e Olivier tornano alle lambrette, Jean-Charles ci porta in una vicina chiesa dove scopro esserci un piccolo museo dedicato a Bernarde-Marie Soubirous, detta Bernadette, una ragazza che misticamente interloquiva con la divinità. Nella chiesa vicina è esposta la sua salma, un po’ come doppia P detto Padre Pio, ma in maniera più riservata e non commerciale. Tornati ai nostri mezzi, rientriamo alla base assieme a Carmelo Lapaglia, un orgoglioso ragazzo siciliano proveniente dal Belgio e amico di Concetto Bandinelli. Prima di cena è prevista una foto di gruppo e il Lambretta Club d’Italia ci dona una polo fatta per l’occasione. Segue una bella e buona cena di gala, servita senza attese a 1280 persone circa. Fin qui tutto bene. Domani si riparte per casa, ma passando per la Svizzera!

Voglio sottolineare ancora che la cena è veramente filata senza intoppi. Al Vespa World Days di Pontedera, nell’iscrizione era chiaramente compresa una cena di gala che però nessuno ha visto. Ora, comprendo benissimo che l’Eurolambretta è un evento con un decimo dei partecipanti rispetto al VWD, ma insomma, per lo meno ti danno tutto ciò che hai pagato..

Durante la cena ci sono stati due momenti particolarmente emozionanti. La consegna del premio intitolato a Cesare Battaglini al lambrettista venuto da più distante e l’estrazione della lotteria che aveva come premio una fantastica lambretta seconda serie completamente customizzata con componenti di Rimini Lambretta Centre. Una vera chicca.

No. Non l’ho vinta. Però ci ho lasciato tanta bava sopra.

Domenica 16, di buon mattino, si riparte verso casa..

POCHE FOTO TANTI KM
Nevers – Aubonne – Aosta (495 km)
Ieri sera ho impostato la sveglia alle 7 per partire presto in direzione Svizzera e Italia, ma c’è chi (quasi tutti) ha una concezione di “presto” diversa dalla mia. Infatti appena dopo le 6 di mattina si sentono le prime Lambrette avviarsi, svegliando un po’ tutto il vicinato. A questo punto tentare di dormire è un esercizio senza senso, per cui mi vesto nel freddo della tenda e scappo più velocemente possibile verso le latrine, che il mattino non avrà l’oro in bocca, qualsiasi cosa significhi, ma senza dubbio ha altro in culo. Quindi, tenendomi il sedere con due mani corro verso le latrine come ogni mattina e non uso quel termine a caso: sono veramente qualcosa di immondo, e non mi soffermerò in descrizioni. Tra una cosa e l’altra, finisce che alle ore 7 sono già in strada, tra freddo e umidità. Mi fermo dopo un primo centinaio di km in una boulangerie nel solito sperduto paesino dove però, con mia sorpresa tutti passando mi salutano. La temperatura inizia a salire ma è ancora fredda e fatico a scaldarmi. Alla prima sosta contatto Enza Giordanelli De Pasquale. Il piano era di cenare e dormire da loro, ma sto arrivando davvero presto, così decidiamo di valutare in seguito, e finirà che prendo la risoluzione di arrivare ad Aosta. Scrivo quindi a Roberto Martignoni e gli chiedo se la solita stanza del B&B Sinaia è libera.. Intanto Salvatore De Pasquale si è fatto un bel po’ di km per venirmi incontro. Ci vediamo a Les Rousses e mi scorta gentilmente in direzione Nyon. Dopo un lauto pasto cucinato da Enza, lei e Salvatore salgono in vespa e mi fanno strada, evitandomi sicuramente un sacco di multe. Alle 19 salgo da Martigny verso il Col del Gran San Bernardo e mezz’ora dopo scavallo. Il resto è discesa, in tutti i sensi.
È bello avere amici così.

Poco prima delle 20 sono ad Aosta. Non avevo mai valicato il Col San Gran Bernardo a quell’ora, ma in effetti tutto era perfetto per farlo.

Lunedì 17 saluto Roberto e raggiungo l’amico Paolo a Chatillon per un caffè, da lì prendo l’autostrada e il viaggio diventa solo caldo e asfalto.

C’HO DA FARE A CASA
Aosta – Chatillon – Parma (tutt’autostrada 330 km)
Grazie alla decisione di disturbare il buon Roberto Martignoni e scavalcare il Col Gran San Bernardo già ieri sera, il viaggio odierno è stato di molto ridotto. Per renderlo ancora più spedito e meno tedioso, inforco l’autostrada a Chatillon, dopo una buona colazione assieme all’esimio Paolo Chevron. Voglio arrivare presto, ho tante cose da fare e in sospeso, quindi mi lancio tra gli 80 e i 90 km/h, consumo medio 26 km/L, e mi fermo solo una volta per rifornire e sgranchire la gambe. La Lambretta fila regolare, niente da dire.. potrebbe benissimo ritornare a Nevers domani. Approposito, ieri sera scendendo al tramonto dal Gran San Bernardo un pensierino ce l’avevo fatto di tirare dritto.. sarei arrivato all’una di notte, neanche tanto tardi, per dire che avrei potuto rientrare in un giorno solo. Ma a parte i deliri, sono rientrato in 5 ore di autostrada alle ore 14:00, risparmiando una buona ora e mezza rispetto la strada normale e dopo aver percorso in tutto 1816 km. Facendo circa 23 km/L, fanno 79 litri di gasolio e 1,58 litri di olio per miscela. Parliamo quindi di 150 euro di carburante e meno di 20 euro di olio.
Per la cronaca la sacca anteriore con attrezzi e ricambi si è fatta una bella gita senza essere aperta, speriamo invece che vada diversamente al buon Vigo Vespa Grt Dario, perché quella volta che ha saldato i carter del PX è stato il mio preferito tra i suoi viaggi..

Quando mi chiedono com’è stato il viaggio, io solitamente rispondo che la Lambretta mi ha portato là e riportato indietro. Quindi tutto bene! Un modo come un altro per misurare la felicità.

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